In questi giorni si sono svolti alcuni dei test ministeriali per l’ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale. Molti tra questi studenti diventeranno studenti fuori sede ossia studenti che, spostandosi dalla città di provenienza, decidono di trasferirsi nella città dove affronteranno gli studi universitari. Questi ragazzi devono iniziare la ricerca di un alloggio, una stanza in condivisione con altri studenti.
Solo alcuni otterranno il posto letto dagli Enti per il Diritto allo Studio, premesso che abbiamo presentato la domanda di partecipazione ai bandi “borse studio” relativi alle città sede universitarie di maggiore interesse. Bandi pubblicati e scaduti durante l’estate, periodo in cui terminata la maturità e sotto studio per l’ingresso all’università a molte future matricole potrebbe essere passato in secondo piano.
Comunque nel mese di settembre ed ottobre gli studenti che hanno già scelto l’Ateneo da frequentare, iniziano, intensificano le ricerche per trovare la casa in affitto.
Scegliere una stanza o una casa non è semplice, soprattutto per chi esce per la prima volta dalla città in cui ha vissuto fino a quel momento.
Alcuni degli aspetti più valutati dagli studenti, oltre alla presenza di servizi e alla tranquillità, c’è la vicinanza alla sede universitaria, in modo da ridurre i tempi di spostamento soprattutto il primo anno in cui non si conosce l’Ateneo e la città.
Dopo aver trovato la giusta soluzione abitativa, in questo articolo “Prima visita per la ricerca di una casa” avevamo dato alcuni suggerimenti su cosa valutare, è necessario sapere quale è il contratto di affitto più conveniente da stipulare.
Tra i contratti di locazione possibili quello ad hoc per gli studenti universitari è il contratto a canone concordato per studenti. Questo contratto è modulato in base alle esigenze di studio dello studente infatti prevede la possibilità di stipularlo per un periodo che va da 6 a 36 mesi, di solito vengono redatti contratti da 10/11 mesi, tralasciando il mese di agosto.
Si tratta di un contratto regolamentato da normativa legge 431/98, scritto tra le due parti: proprietario ed uno o più studenti, nella sezione “i nostri video” è possibile scoprire gli elementi salienti.
Il canone è un canone concordato, spiego meglio cosa significa per quanti sono a digiuno della materia, il proprietario si accorda per un canone che non è stabilito liberamente, ma risulta limitato dagli accordi territoriali stipulati a seguito di un contrattazione tra le associazioni di proprietari ed inquilini. Con l’accordo territoriale si fissa un limite massimo al canone mensile per metro quadrato a seconda del tipo di immobile e della zona dove si trova in modo da applicare canoni quanti più aderenti alla situazione effettiva di mercato. L’ultimo accordo stipulato con il Comune di Ancona è entrato in vigore il 1 giugno, di cui abbiamo parlato nel seguente articolo: “Nuovo accordo contratto a canone concordato”
Rispetto alla tassazione per la registrazione del contratto, il proprietario può scegliere un regime ordinario, il quale consiste nel versamento delle imposte di bollo e di registro o un regime sostitutivo, in cui è previsto il versamento della cedolare secca (il 10% quando il canone è concordato). Questa scelta implica dei vantaggi anche per gli inquilini in quanto non si paga la registrazione del contratto, le spese di bollo e non ci sono gli adeguamenti Istat od aggiornamenti per la durata del contratto.
Immagino che sono sorti molti dubbi e quesiti che siamo sempre disponibili ad affrontare se venite in sede o contattandoci on line.
L’importante è reperire quante più informazioni e fare chiarezza prima di qualsiasi firma!
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